Principali episodio della campagna sul fronte tentino durante la Terza guerra d'indipendenza. La battaglia ha luogo il 21 luglio 1866 e vede la vittoria del Corpo Volontari Italiani al comando di Giuseppe Garibaldi contro i volontari tirolesi del comandante austriaco del Tirolo meridionale, generale Kuhn.
Il 3 luglio Garibaldi conquista prima la forte posizione sul Monte Suello, dove lo stesso generale è ferito alla coscia e costretto a muoversi in carrozza, e poi i paesi della valle del Chiese sino a Condino, dove sostiene una battaglia difensiva.
Il 18 luglio i garibaldini del 2° Reggimento avanzano sino a controllare la parte orientale della Val di Ledro ed il 19 costringono alla resa il Forte d'Ampola, che bloccava la strada carrabile sopra Storo.
E' aperta ai garibaldini la via per Riva del Garda e quindi Trento.
In risposta il generale Kuhn predispone per una azione aggirante, da nord dalla Valle del Chiese e da ovest, sul fianco destro garibaldino, contro Bezzecca.
Il 21 luglio le truppe austriache attaccano di sorpresa i volontari italiani a Lenzumo, nella valle di Concei a nord di Bezzecca, e li ricacciano ino a Locca.
Il paese di Locca, posto sulla cima pianeggiante di un colle che chiude la Val Concei verso sud, con la chiesa di Santo Stefano isolata ed il cimitero racchiuso da un muro di cinta, è fortemente presidiato dal 5º Reggimento del colonnello Giovanni Chiassi, provvisto di tre cannoni.
La posizione è bombardata dalle batterie austriache. I garibaldini tentarno di aggirare gli assalitori da Pieve di Ledro verso le alture ad est di Locca, ma sono bloccati. La chiesa di Locca, difesa con accanimento, è assalita e presa, dopo che è stato ferito a morte il comandante, colonnello Chiassi. Cadono in mano austriaca circa 600 prigionieri, quasi un intero battaglione del 5º Reggimento volontari.
I volontari asserragliati a Bezzecca ed investiti in pieno dal fuoco di artiglieria, sono costretti alla ritirata con la perdita di numerosi prigionieri.
Nel frattempo Garibaldi, giunge in carrozza sul posto con il 9º Reggimento, comandato dal figlio Menotti, proprio mentre i suoi uomini ripiegano da Bezzecca sulla chiesetta di Santa Lucia, a metà strada con Tiarno. Garibaldi stesso è bersagliato dal fuoco nemico e fu trascinato via a braccio dai suoi stessi volontari.
Ripresosi dallo sgomento, Garibaldi capisce che la chiave della giornata è il controllo del borgo di Bezzecca e ordina pertanto a Menotti di guidare il 9º Reggimento da Tiarno sulla destra del nemico, al colonnello Pietro Spinazzi da Molina di Ledro 7º Reggimento sulla sinistra. Quanto rimane del 5° Reggimento ed i Bersaglieri avrebbero attaccato al centro. Gli austriaci hanno però il tempo di rafforzare le posizioni conquistate, sistemando artiglierie sulle alture retrostanti.
Garibaldi, che non perde la sua lucidità, ordina allora a due battaglioni del 9º Reggimento di occupare le alture dietro l'abitato e all'artiglieria, rinforzata della batteria di riserva, di piazzarsi su una piccola altura prima del paese e far convergere tutto il fuoco sul centro abitato, per battere gli austriaci nel loro punto di ammasso.
Il bombardamento raggiunge l'obiettivo di scompigliare i reparti austriaci e, unitamente ad un contrattacco del 9º Reggimento, di spingere le truppe che già avanzavano a ripiegare sul paese. Nel frattempo, gli altri reparti garibaldini, ripreso fiato, riorganizzano i ranghi.
Al momento decisivo Garibaldi comanda la carica alla baionetta. A mezzogiorno i comandanti presenti (Menotti e Ricciotti Garibaldi, Canzio, Bedeschini, Rizzi, Mosto, Antongini) riuniscono tutti gli uomini abili e li guidano al passo di corsa sul villaggio, in un assalto corpo a corpo.
Il paese è liberato e gli austriaci in ripiegamento seguiti sino oltre Lenzumo, da dove erano discesi.
Gli italiani lamentano 100 morti, 250 feriti e più di 1100 prigionieri tra i quali 2 ufficiali superiori e 17 inferiori. Le perdite austriache ammontano a 6 ufficiali e 19 uomini morti, 7 ufficiali e 75 uomini feriti.
L'offensiva austriaca, tuttavia, fallisce in pieno l'obiettivo strategico di riconquistare la Val di Ledro e Garibaldi può pensare all'avvio di nuove azioni offensive.
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